sabato 10 novembre 2012

Si trasloca!


Oblò(g) si trasferisce ad un nuovo indirizzo: http://solounoblo.wordpress.com/! :)

Ci vediamo a casa nuova!





" Un viaggio è promessa 
di dare risposta a tutte le assenze 
di svelare i dubbi 
avere conferme saziare speranze 
così c'è chi viaggia guardando in avanti 
sfidando il destino 
come se guardarlo 
rendesse il domani più bello e vicino 

che poi non parti davvero 
finchè semini sassi sul sentiero 
che ti porta via 
che poi non parti davvero 
finchè semini sassi sul sentiero 
che ti porta via 
da te..."




lunedì 5 novembre 2012

Del mio primo amore




Non ho verità in tasca
 Forse nel cuore, sì,
Preferisco i tentativi
A quello che so già.

Amo i pensieri fragili
Come quel tuo sorriso, sai
In una giornata senza uscita
Di qualche tempo fa.

Ho perso il piano d’evacuazione
ma tu vanti sicurezza
dimmi allora dove siamo
non trovo il punto sulla mappa

Non capisco la direzione
di un pensiero 
partito da lontano
e interrotto all’improvviso

Forse il vento che cambia
genera confusione
come lo sguardo sincero
del mio primo amore.

giovedì 1 novembre 2012

Crediamo in ciò che facciamo.




La speranza non è ottimismo.
La speranza non è la convinzione
che ciò che stiamo facendo avrà successo.
La speranza è la certezza
che ciò che stiamo facendo ha un significato
che abbia successo o meno 


Vaclav Havel

martedì 23 ottobre 2012

Déshabillez- vous // Spogliatevi




Déshabillez-vous,

spogliatevi,
dei falsi limiti,
quelli che siete solo voi
unicamente voi
ad imporvi

Spogliatevi,
dei sorrisi di circostanza,
che non vi illuminano 
affatto,
ma vi stropicciano solo il viso

Spogliatevi,
dei giudizi frettolosi
della gente,
dell'aria da vissuti
appena a vent'anni

Spogliatevi,
della paura di fallire
in questo mondo imprevedibile
e combattete con speranza


Déshabilléz-vous,


solo per passione.




venerdì 19 ottobre 2012

Lasciare è un verbo ambiguo



Non ci avevo mai fatto caso finché stamattina non ho cercato sul dizionario di francese la voce 'lasciare'.
Se lasci il paese, la casa, il marito, devi usare il verbo 'quitter'.
Ma se lasci l'ombrello a casa, la casa in eredità e quindi sicuramente lascerai il segno per qualcuno, allora il verbo da usare è 'laisser'.
Bé, vi chiederete, cosa c'è che non va?
La cosa che mi è saltata immediatamente all'occhio è che lasciare ha due significati completamente opposti:
può indicare infatti un' Assenza, ma paradossalmente anche una Presenza.

In italiano si usa sempre lo stesso verbo e forse per questo non avevo mai notato questa sottigliezza: pensiamo sempre a lasciare come a un verbo triste, nostalgico, un verbo che fa male insomma, ma in realtà non è sempre così.
Mi accorgo sempre più che solo conoscendo bene un'altra lingua puoi capire e apprezzare profondamente la tua, anche le più piccole sottigliezze.
E mi rendo sempre più conto che è così per tutto.

Certe frasi a volte sono talmente tanto usate che finiscono col perdere completamente di significato e l'uso inflazionato le svuota. Ma poi basta una stupidaggine e capisci che quegli slogan delle elementari, come 'la diversità per costruire l'identità',  il multiculturalismo, l'integrazione... hanno proprio ragione..
Il problema è che, almeno per me, le frasi fatte non mi hanno mai fatto riflettere.
Ma quitter e lasser si. Se solo chi osserva da estraneo la tua cultura,  può farti scoprire cose nuove, ti accorgi che allora anche per conoscere bene te stesso devi avere a che fare con gli altri, con le loro reazioni ai tuoi comportamenti, con le loro parole, con la loro assenza, ma soprattutto con la loro presenza.
Socrate è il filosofo del "Conosci te stesso" e di fatti cosa faceva? Stava tutto il giorno a spasso a chiacchierare...

domenica 14 ottobre 2012

"Per vedere cosa c'è sotto il proprio naso occorre un grande sforzo"




Mi piace sbirciare nelle case altrui, spiarne gli interni e gli abitanti tra le tende lasciate distrattamente un po' scostate. Luci calde dorate, luci al neon, librerie antiche, un sofà sdrucito. Immaginare le vite degli inquilini e le stanze non visibili può essere un buon esercizio di fantasia.
Per questo non tollero il Grande Fratello: lì TUTTO è predisposto alla visione; non si 'spia' davvero, se tutti sanno di essere in vetrina. Cosa sbirciamo se tutti sanno che ci siamo dietro i mille occhi delle cam?
No. La magia scatta quando osservi di nascosto. Quando per caso entra nell'orizzonte del tuo sguardo un inconsapevole qualcuno. E' realtà in presa diretta, questa. Non ci sono filtri, pose, copioni. E'  la verità.
E comunque sbagliavo a dire che mi piace 'spiare',  piuttosto, mi piace 'osservare', perché io
le tende
non le ho.







venerdì 12 ottobre 2012

La fortuna d'essere scartati





Parigi, 1863:  Édouard Manet fa scandalo esponendo il dipinto "Le Déjeuner sur l'herbe". 

Fa scandalo perché veste i soggetti dipinti con i vestiti dell'epoca, della sua epoca, inserendoli però in una cornice 'convenzionale', un classico paesaggio bucolico.
Secondo me fu un po' come vedere la Gioconda  così, con tuta e capelloni.



La tela fa scandalo perché non rispetta affatto le regole pittoriche dell'Accademia, la prospettiva, le misure (la ragazza in secondo piano è troppo grande per essere sullo sfondo e la barca che ha accanto è così piccola!..). Colori chiari e scuri, freddi e caldi, sono accostati senza pudore, con la volontà  di ricercare il contrasto.

E' esplicita la rottura con le correnti artistiche accreditate, quelle, potremmo dire, main stream. Questi artisti escono dagli ateliers e vanno a montare i cavalletti nei parchi, per le strade. Mi viene in mente il neorealismo: i neorealisti sono gli impressionisti del cinema, se vogliamo.
Ovviamente nel Salon, l'esposizione ufficiale dei migliori lavori dell'Accademia di Belle Arti, non poteva trovare posto chi ne contravveniva apertamente gli insegnamenti.  Napoleone III inaugura così il Salon des Refusésper ospitare le opere scartate. Da quel salone comincerà il travaglio che porterà alla luce l'Impressionismo, una rivoluzione nella  tecnica della pittura, un'esperienza che durerà poco meno di vent'anni, ma che lascerà il segno, per sempre. L’impressionismo dà vero e proprio inizio alla storia dell’arte contemporanea...




lunedì 8 ottobre 2012

Non c'è medicina più forte





Non c'è medicina più forte
o più efficace o più eccellente
per le nostre ferite
in tutte le cose terrene
che avere chi soffra con noi
in ogni sventura
e goda nei successi.

L'amicizia rende dunque
la prosperità più splendida
e l'avversità più leggera
dividendola un pò ciascuno.

In ogni azione, in ogni ricerca
nella certezza, nel dubbio
in ogni evenienza
in ogni disavventura
in segreto e in pubblico
in ogni decisione
in casa e fuori
dovunque l'amicizia è gradita
l'amico è necessario
il suo favore è utile.


da "L'amicizia spirituale" di Aelredo di Rievaulx

venerdì 5 ottobre 2012

Non è questione di scegliere il proprio formaggio ma d'essere scelti




Il signor Palomar fa la coda in un negozio di formaggi, a Parigi.
 Vuole comprare certi formaggini di capra che si conservano sott'olio in piccoli recipienti trasparenti, conditi con varie spezie ed erbe. La fila dei clienti procede lungo un banco dove sono esposti esemplari delle specialità più insolite e disparate. E' un negozio il cui assortimento sembra voler documentare ogni forma di latticino pensabile; già l'insegna "Spécialités froumagères" con quel raro aggettivo arcaico o vernacolo avverte che qui si custodisce l'eredità d'un sapere accumulato da una civiltà attraverso tutta la sua storia e geografia.
Tre o quattro ragazze in grembiule rosa accudiscono i clienti. Appena una è libera, prende a carico il primo della fila e l'invita a dichiarare i suoi desideri; il cliente nomina e più spesso indica, spostandosi per il negozio verso l'oggetto dei suoi appetiti precisi e competenti.
In quel momento tutta la fila si sposta avanti d'un passo; e chi finora aveva sostato accanto al "Bleu d'Auvergne" venato di verde viene a trovarsi all'altezza del "Brin d'amour" il cui biancore trattiene fili di paglia secca appiccicati; chi contemplava una palla avvolta in foglie può concentrarsi su un cubo cosparso di cenere. C'è chi dagli incontri di queste fortuite tappe trae ispirazione per nuovi stimoli e nuovi desideri: cambia idea su quel che stava per chiedere o aggiunge una nuova voce alla sua lista; e c'è chi non si lascia distrarre nemmeno per un istante dall'obiettivo che sta perseguendo e ogni suggestione diversa in cui s'imbatte serve solo a delimitare, per via d'esclusione, il campo di ciò che lui testardamente vuole.
L'animo di Palomar oscilla tra spinte contrastanti: 
quella che tende a una conoscenza completa, esaustiva, e potrebbe essere soddisfatta solo assaporando tutte le qualità; o quella che tende a una scelta assoluta, all'identificazione del formaggio che solo è suo, un formaggio che certamente esiste anche se lui ancora non sa riconoscerlo (non sa riconoscersi in esso).
Oppure, oppure: non è questione di scegliere il proprio formaggio ma d'essere scelti. 
C'è un rapporto reciproco tra formaggio e cliente: ogni formaggio aspetta il suo cliente, si atteggia in modo d'attrarlo, con una sostenutezza o granulosità un po' altezzosa, o al contrario sciogliendosi in un arrendevole abbandono.
Un'ombra di complicità viziosa aleggia intorno: la raffinatezza gustativa e soprattutto olfattiva conosce i suoi momenti di rilassatezza, d'incanaglimento, in cui i formaggi sui loro vassoi sembrano offrirsi come sui divani d'un bordello. Un sogghigno perverso affiora nel compiacimento d'avvilire l'oggetto della propria ghiottoneria con nomignoli infamanti: crottin, boule de moine, bouton de culotte.
Non è questo il tipo di conoscenza che il signor Palomar è più portato ad approfondire: a lui basterebbe stabilire la semplicità d'un rapporto fisico diretto tra uomo e formaggio. Ma se lui al posto dei formaggi vede nomi di formaggi, concetti di formaggi, significati di formaggi, storie di formaggi, contesti di formaggi, psicologie di formaggi, se - più che sapere - presente che dietro a ogni formaggio ci sia tutto questo, ecco che il suo rapporto diventa molto complicato.
La formaggeria si presenta a Palomar come un'enciclopedia a un autodidatta; potrebbe memorizzare tutti i nomi, tentare una classificazione a seconda delle forme - a saponetta, a cilindro, a cupola, a palla -, a seconda della consistenza - secco, burroso, cremoso, venoso, compatto -, a seconda dei materiali estranei coinvolti nella crosta o nella pasta - uva passa, pepe, noci, sesamo, erbe, muffe -, ma questo non l'avvicinerebbe d'un passo alla vera conoscenza, che sta nell'esperienza dei sapori, fatta di memoria e d'immaginazione insieme, e in base ad essa soltanto potrebbe stabilire una scala di gusti e preferenze e curiosità ed esclusioni.
Dietro ogni formaggio c'è un pascolo d'un diverso verde sotto un diverso cielo: prati incrostati di sale che le maree di Normandia depositano ogni sera; prati profumati d'aromi al sole ventoso di Provenza; ci sono diversi armenti con le loro stabulazioni e transumanze; ci sono segreti di lavorazione tramandati nei secoli. Questo negozio è un museo: il signor Palomar visitandolo sente, come al Louvre, dietro ogni oggetto esposto la presenza della civiltà che gli ha dato forma e che da esso prende forma.
Questo negozio è un dizionario; la lingua è il sistema dei formaggi nel suo insieme: una lingua la cui morfologia registra declinazioni e coniugazioni in innumerevoli varianti, e il cui lessico presenta una ricchezza inesauribile di sinonimi, usi idiomatici, connotazioni e sfumature di significato, come tutte le lingue nutrite dall'apporto di cento dialetti. E' una lingua fatta di cose; la nomenclatura ne è solo un aspetto esteriore, strumentale; ma per il signor Palomar impararsi un po' di nomenclatura resta sempre la prima misura da prendere se vuole fermare un momento le cose che scorrono davanti ai suoi occhi.
Estrae di tasca un taccuino, una penna, comincia a scriversi dei nomi, a segnare accanto a ogni nome qualche qualifica che permetta di richiamare l'immagine alla memoria; prova anche a disegnare uno schizzo sintetico della forma. Scrive pavé d'Airvault, annota "muffe verdi", disegna un parallelepipedo piatto e su un lato annota "4 cm circa"; scrive St-Maure, annota "cilindro grigio granuloso con un bastoncino dentro" e lo disegna, misurandolo a occhio "20 cm"; poi scrive Chabicholi e disegna un piccolo cilindro.
- Monsieur! Houhou! Monsieur! - Una giovane formaggiaia vestita di rosa è davanti a lui, assorto nel suo taccuino. E' il suo turno, tocca a lui, nella fila dietro di lui tutti stanno osservando il suo incongruo comportamento e scuotono il capo con l'aria tra ironica e spazientita con cui gli abitanti delle grandi città considerano il numero sempre crescente dei deboli di mente in giro per le strade.
L'ordinazione elaborata e ghiotta che aveva intenzione di fare gli sfugge dalla memoria; balbetta; ripiega sul più ovvio, sul più banale, sul più pubblicizzato, come se gli automatismi della civiltà di massa non aspettassero che quel suo momento d'incertezza per riafferrarlo in loro bal¡a.



Palomar, Italo Calvino

martedì 2 ottobre 2012

Angeli con la cazzimma




Secondo il calendario della Chiesa cattolica il 2 ottobre ricorre la celebrazione degli angeli custodi e, dal 31 luglio 2005, è stata fissata nella stessa data anche la Festa dei nonni. Me ne ero completamente dimenticata. La cosa curiosa è che due giorni fa, sentendo mio nonno al telefono, mi sono resa conto, per l'ennesima volta, quanto lui sia importante per me. Ne riflettevo con mia madre la sera stessa, su Skype. Quella sua telefonata mi aveva cambiato la giornata. Incredibile. Mia mamma rideva con gli occhi, lo sa che ho un debole per lui. E' riuscito a darmi in 30 secondi di chiamata un'energia insostituibile, una 'cazzimma' (scusate il termine, ma rende come pochi..) di cui generalmente scarseggio, una voglia di andare avanti, di fare, nonostante tutto, a prescindere da tutto. Chi ha affrontato una guerra, la ricostruzione, una famiglia di sei persone da portare avanti, non si scompone davanti a cosucce. Quando parlo con lui, mi sento sempre la nipotina con i calzettoni al ginocchio che gli da la mano per attraversare: mi sento al sicuro. Le mie difficoltà scompaiono, si fanno piccole piccole, quando mi dice ridendo: "Ma è fesserij! Tutto si fa!".
Quando penso a lui, alla sua vita che ha sempre amato raccontarmi, mi viene voglia di imitarlo, di essere un po' più pagliaccia, un po' più strafottente, un po' più dura e un po' più spensierata.
Quando penso a nonna Angela, mi viene da piangere mentre sorrido: spero che da qualche parte del suo cuore sia rimasto il mio ricordo, anche se quando la vado a trovare mi chiede come mi chiamo.
Non c'è cosa più dolorosa per me quando mi guarda negli occhi sorridendo: è come se fosse morta pur essendo viva.
E poi ci sono loro: due angeli custodi che già mi vegliano da lassù, nonna Maria e nonno Vincenzo.
Due punti di riferimento, due stelle polari. Fieri, gentili, dolci, intelligenti. Una coppia salda come la roccia, un'utopia di questi tempi.
Se non credete negli angeli custodi, non conoscete bene i vostri nonni:
sono presenze discrete, non chiedono molto;
 abituati a dare sempre più di quel che ricevono;
non amano telefonare, preferiscono vedervi;
non giudicano mai, preferiscono comprendere...




Auguri belli miei :*





domenica 30 settembre 2012

Sforzati di essere felice





Passa serenamente tra il rumore e la fretta
e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio.

Finchè è possibile senza doverti arrendere
sii in buoni rapporti con tutte le persone.

Dì la verità con calma e chiarezza,
e ascolta gli altri, anche l'insensibile e l'ignorante,
anch'essi hanno una storia da raccontare.

Evita le persone volgari e aggressive,
esse sono un tormento per lo spirito.

Se ti paragoni agli altri, puoi diventare vanitoso e pungente,
perchè sempre ci saranno persone
più grandi e più piccole di te.

Gioisci delle tue conquiste, così come dei tuoi progetti.

Mantieni l'interesse per il tuo lavoro
benchè umile; è un vero tesoro
rispetto alle vicende mutevoli del tempo.

Sii prudente nei tuoi affari,
poichè il mondo è pieno di tranelli.

Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c'è di buono;
molte persone lottano per alti ideali,
e dappertutto la vita è piena di eroismo.

Sii te stesso. Specialmente non fingere di amare.

E non essere cinico riguardo all'amore,
perchè a dispetto di ogni aridità e disillusione
esso è perenne come l'erba.

Accetta di buon grado l'insegnamento degli anni,
abbandonando riconoscente le cose della giovinezza.

Coltiva la forza d'animo per difenderti
dall'improvvisa sfortuna.

Ma non angosciarti con fantasie.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.

Al di là di ogni salutare disciplina,
sii gentile con te stesso.

Tu sei un figlio dell'universo,
non meno degli alberi e delle stelle;
tu hai un preciso diritto ad essere qui.

E che ti sia chiaro o no, non c'è dubbio che l'universo
si stia svelando come dovrebbe.

Perciò resta in pace con Dio, in qualunque modo tu Lo concepisca,
e qualunque siano i tuoi travagli e le tue aspirazioni,
nella rumorosa confusione della vita
conserva la pace con la tua anima.

Nonostante tutta la sua falsità,
il duro lavoro e i sogni infranti,
questo e' ancora un mondo meraviglioso.

Sii allegro.

Sforzati di essere felice.



Max Ehrmann

sabato 29 settembre 2012

La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno.




Siamo agli sgoccioli, settembre volge al termine e ottobre è già alle porte con un nuovo anno scolastico/universitario/lavorativo... Il sole estivo è ormai un ricordo sbiadito, come il grigio dei muri metropolitani, e il nostro bikini super colorato ha lasciato ormai il suo posto nel cassetto. Ma non perdiamoci d'animo! Anche l'autunno ha il suo incanto: come dice Félix- Antoine Savard " l'automne est una saison sage et de bon conseil " , l'autunno è una stagione saggia e di buon consiglio... Se vi va, possiamo trascorrerla insieme, con un pizzico di poesia, una bella dose di ottimismo e tanta passione per cinema, viaggi e bei libri.. Se avete voglia di scoprire di tanto in tanto cosa sbircio dal mio oblò(g) basta cliccare su 'naviganti' ed unirsi al sito.

Allora siete pronti?
Si parte!!!


;)

domenica 23 settembre 2012

Il più bello






Il più bello dei mari 
è quello che non navigammo. 
Il più bello dei nostri figli 
non è ancora cresciuto. 
I più belli dei nostri giorni 
non li abbiamo ancora vissuti. 
E quello 
che vorrei dirti di più bello 
non te l'ho ancora detto.


Nazim Hikmet

lunedì 10 settembre 2012

Souvenirs veneziani di cinema


Tornata da poco più di un giorno a casa, ripenso all'esperienza appena conclusasi al Lido di Venezia e ai film che ho visto alla mostra.

Paradossale, forse, ma il film che ricordo con più piacere è il fuori concorso Fondamentalista Riluttante di Mira Nair, un film bellissimo e profondo. Un ragazzo pakistano a NY che cerca la sua strada, la sua ragione di vita... che non si piega nè al 'fondamentalismo' capitalistico nè a quello religioso.. che si spoglia di una vita cucitagli addosso per andare a cercare sè stesso e le sue radici.

At any price, con Zac Efron è invece un film sul sogno americano, visto però dal lato oscuro; quando per il successo si è disposti a tutto. Il self made man che non vuole accettare il fallimento è disposto a barare pur di salire sul carro dei vincitori... Perchè non proviamo a creare un sogno italiano? Quello americano sta (s)cadendo molto in basso...

Bella addormentata di Marco Bellocchio, mi è piaciuto. E' uno di quei film che non ti confeziona una verità, che non prende una posizione netta, ma che mette lo spettatore di fronte alla sua coscienza. Ha scatenato grandi dibattiti in corridoio.

Après mai, la rivoluzione dei ragazzi del 68, tra studenti ribelli, molotov, viaggi in India, acidi, aspirazioni artistiche, film sperimentali.. quando si viveva nella scia degli ideali.

the master, con joaquin phoenix (premiato come miglior attore) è stato per me un film impenetrabile, convulso, frammentario. Un reduce traumatizzato e alcolizzato incontra uno psichiatra sopra le righe che vuole curarlo con nuove tecniche ipnotiche. detto così sembrerebbe addirittura accattivante, ma per me è stato un caleidoscopio non sempre comprensibile di dubbie terapie e interpretazioni esasperate.

La cinquieme saison, la natura finalmente si ribella: non fa più nulla. Le piante non germogliano, gli animali sono sterili, i pesci si suicidano e il gallo non canta.. Più catastrofico del più terribile tzunami, proprio nella sua paralisi totale. La comunità belga che viveva di raccolta e allevamento arriva al collasso. Ci dimentichiamo troppo spesso di non essere i padroni.

E' stato il figlio. poetico. Una tragedia greca, un pò grottesca, un pò comica, un pò disperata, ambientata in una Sicilia povera e degradata. Il consumismo crea bisogni inesistenti che pian piano divorano i rapporti familiari e quando non si hanno nemmeno i soldi per arrivare a fine mese si preferisce mandare un innocente in prigione pur di non perdere la pagnotta.

Un giorno speciale, della Comencini. Il titolo tristemente non azzeccato di un film per nulla speciale. Una storia un pò piatta quella dei due ragazzi in giro per la capitale. Non sanno come riempire il tempo e noi con loro.

Outrage Beyond, takeshi kitano regista e protagonista ci porta nelle viscere delle guerre intestine tra i clan criminali della yakuza giapponese. Non solo sparatorie e tradimenti, ma una storia ordita nei minimi dettagli, come un ragno sapiente che lentamente conduce la sua preda nel tranello.

Spring Breakers, con le ex Disney girls Vanessa Hudgens e Selena Gomez. Sicuramente avranno fatto accapponare la pelle a Topolino, Pippo e Paperino: hanno portato in scena tutto il censurabile, l'illegale e l'erotico possibile. Mi domando james franco perchè si sia voluto rovinare la carriera con un ruolo da gangster al limite dello stereotipo. Il film non è proprio tutto da buttare è pur sempre lo spaccato di una generazione. in putrefazione.

To the wonder, di terrence malick. Nonostante abbia ricevuto fischi e critiche io l'ho apprezzato molto. malick ha un suo stile peculiare, ha una firma, un tratto distintivo, una personalità. non è poco. la storia scava nel senso della vita e delle cose, nell'amore di coppia, nella fede. Alcune scene possono sembrare ripetitive, ma controbilancia qualche difetto la raffinatezza delle riflessioni.

Thy womb, di brillante mendoza, regista e protagonista di una storia che ci apre una finestra sul mondo lontano delle isole filippine, tra povertà estrema e rigidi codici culturali. Una levatrice che, pur dando la vita a tanti, non riesce ad avere un figlio tutto suo. Per amore del marito accetterà di trovargli una nuova moglie, ma la nascita del bambino rappresenterà per lei, ignara della richiesta della giovane sposa, il ripudio e la vergogna. Una leonessa ferita, una dignità calpestata, che seppur nell'impotenza in cui è costretta sa lanciare un ultimo potente ruggito.

Paradise, Glaube, parla di una donna fondamentalista cattolica, che spende tutta la sua vita nell'evangelizzazione e nella preghiera, umiliandosi anche fisicamente con frustate e cilicio. Improvvisamente arriva un uomo in casa, è l'ex marito, musulmano. Il film ha fatto parlare tanto per le scene blasfeme e un pò morbose...

Betrayal, film russo e si vede. Atmosfera fredda, glaciale. come gli sguardi dei protagonisti. un uomo e una donna scoprono che i loro rispettivi coniugi sono amanti. la gelosia è accecante e arrivano all'omicidio. essi stessi diventeranno poi amanti e innescheranno nuovamente il meccanismo perverso della menzogna e della gelosia. nessuno si salva dalla morsa dell'amore ingannato, tutti scontano con la morte o l'infelicità a vita le loro scelte funeste. siete avvisati.

pietà, superstar, passion e fill the void non ho avuto l'occasione di vederli.. biglietti andati a ruba alle prime ore del mattino, sito sovraccarico e nessuna possibilità di prenotare i biglietti, tra le cause.. Mi sfogherò per bene, delle pecche organizzative del festival, ma non preoccupatevi:
in un altro post......:P



venerdì 31 agosto 2012

l'italia E' un paese per vecchi

purtroppo è così. e me ne accorgo sempre di più sulla mia pelle. i giovani hanno la vita dura, ingiustamente dura e questo è insopportabile. ci tenevo tanto ad accreditarmi per la mostra del cinema di venezia e quando ho finalmente ricevuto il pass l'entusiasmo era alle stelle. noi ragazzi siamo così, ci facciamo prendere e le emozioni ci governano. deve essere così, almeno per noi. ma quando si staccano gli occhi dalle stelle e si butta un occhio sulla terra, più precisamente, sulla laguna, ci si rende conto che i giovani non possono andare in mostra, a meno che non vogliano svenarsi o affrontare sforzi non da poco. le informazioni sono sempre smozzicate, date e non date, confermato dall'uno e confutate dall'altro. servizi gratuiti si trasformano magicamente a pagamento, giocando su quella linea sottile che spacciano per  'fraintendimenti'. Un giovane dovrebbe essere stimolato, aiutato, incoraggiato a vivere i propri sogni, o, per non andare così in alto, a vivere di cultura, a cibarsi di arte e a riempirsi gli occhi di bellezza. all'opposto, viene ostacolato, vessato e all'occorrenza rapinato. e non intendo del portafogli:
ma del suo entusiasmo...

domenica 26 agosto 2012

E' come una pelle senza cicatrici


Ci sono dei giorni che sembrano non passare mai
e altri che vorresti non finissero mai.
cerchi di trattenerli il più possibile tra le mani, nei respiri.
sembra che tutto vada d'accordo con la tue aspettative
e pensi di essere così stupida a sentirti triste a volte perchè, in fondo, tutto passa.
vivi un mese intero nella scia di quei giorni
e non sai se ringraziare te stessa o il destino per quello che hai vissuto.
ma i giorni migliori sono quelli
che non vogliono finire.
in cui fissiamo un moscerino che impazzisce intorno alla luce gialla di un lampione,
per un'infinità di minuti, pensando che se guardasse un po' verso di noi vedrebbe la stessa cosa.
quando cambiamo posizione a letto almeno venti volte di seguito
quando nessuna canzone ci fa stare bene
quando diventiamo la nostra peggiore compagnia
quando non vogliamo disilluderci,
quando abbiamo paura delle cose più stupide,
allora, stiamo attraversando i giorni migliori.

un racconto senza disavventure non è forse una noia mortale?
è come una pelle senza cicatrici.





mercoledì 22 agosto 2012

Las dos peliculas de la vida.




Dice el maestro:
  Cuando presentimos que ha llegado la hora de cambair,
comenzamos, inconscientemente, a repasar la pelìcula
de nuestras derrotas hasta ese momento.
Està claro que, a medida que envejecemos,
nuestra cota de momentos difìciles es mayor.
Pero, al mismo tiempo, la experiencia
nos ha dado medios para superar estas derrotas y
encontrar el camino que nos permite seguir adelante.
También es preciso poner esta pelìcula en nuestro vìdeo mental.
Si sòlo vemos la pelìcula de las derrotas,
nos quedaremos paralizados.
Si sòlo vemos la de la experiencia,
acabaremos creyéndonos màs sabios de lo que realmente somos.
Necesitamos las dos pelìculas.



Maktub, Paulo Coelho

domenica 19 agosto 2012

Le cose che vivi




Quando l'amicizia 

Ti attraversa il cuore, 
Lascia un'emozione, 
che non se ne va. 



Non so dirti come, 
Ma succede solo 
Quando due persone 
Fanno insieme un volo. 
Che ci porta in alto, 
Oltre l'altra gente, 
Come fare un salto 
Nell'immensità 
E non c'è distanza, non c'è mai 
Non ce n'è abbastanza, se 
Se tu sei già dentro di me, 
Per sempre 



In qualunque posto sarai, 
In qualunque posto sarò, 
Tra le cose che vivi 
Io per sempre vivrò. 
In qualunque posto sarai, 
Ci ritroveremo vicino, 
Stretti l'uno nell'altro, 
Oltre il destino 



Su qualunque strada, 
In qualunque cielo, 
E comunque vada 
Noi non ci perderemo. 
Apri le tue braccia, 
Mandami un segnale, 
Non aver paura, che ti troverò 
Non sarai mai solo ci sarò 
Continuando in volo che, 
Che mi riporta dentro te 
Per sempre 



In qualunque posto sarai, 
In qualunque posto sarò, 
Tra le cose che vivi 
Io per sempre vivrò. 
In qualunque posto sarai, 
Non esisteranno confini 
Solamente due amici 
Più vicini 



Credi in me, 
Non avere dubbi mai, 
Tutte le cose che vivi 
Se sono vere come noi, 
Lo so, tu lo sai 
Che non finiranno mai 



In qualunque posto sarai, 
In qualunque posto sarò, 
Tra le cose che vivi 
Io per sempre vivrò. 



In qualunque posto sarai, 
In qualunque posto sarò, 
Se mi cerchi nel cuore, 
Nel tuo cuore vivrò 
In qualunque posto sarai, 
Ci ritroveremo vicino, 
Stretti l'uno nell'altro, 
Oltre il destino! 



In qualunque posto sarai, 
In qualunque posto sarò, 
Tra le cose che vivi 
Io per sempre vivrò.