venerdì 31 agosto 2012

l'italia E' un paese per vecchi

purtroppo è così. e me ne accorgo sempre di più sulla mia pelle. i giovani hanno la vita dura, ingiustamente dura e questo è insopportabile. ci tenevo tanto ad accreditarmi per la mostra del cinema di venezia e quando ho finalmente ricevuto il pass l'entusiasmo era alle stelle. noi ragazzi siamo così, ci facciamo prendere e le emozioni ci governano. deve essere così, almeno per noi. ma quando si staccano gli occhi dalle stelle e si butta un occhio sulla terra, più precisamente, sulla laguna, ci si rende conto che i giovani non possono andare in mostra, a meno che non vogliano svenarsi o affrontare sforzi non da poco. le informazioni sono sempre smozzicate, date e non date, confermato dall'uno e confutate dall'altro. servizi gratuiti si trasformano magicamente a pagamento, giocando su quella linea sottile che spacciano per  'fraintendimenti'. Un giovane dovrebbe essere stimolato, aiutato, incoraggiato a vivere i propri sogni, o, per non andare così in alto, a vivere di cultura, a cibarsi di arte e a riempirsi gli occhi di bellezza. all'opposto, viene ostacolato, vessato e all'occorrenza rapinato. e non intendo del portafogli:
ma del suo entusiasmo...

domenica 26 agosto 2012

E' come una pelle senza cicatrici


Ci sono dei giorni che sembrano non passare mai
e altri che vorresti non finissero mai.
cerchi di trattenerli il più possibile tra le mani, nei respiri.
sembra che tutto vada d'accordo con la tue aspettative
e pensi di essere così stupida a sentirti triste a volte perchè, in fondo, tutto passa.
vivi un mese intero nella scia di quei giorni
e non sai se ringraziare te stessa o il destino per quello che hai vissuto.
ma i giorni migliori sono quelli
che non vogliono finire.
in cui fissiamo un moscerino che impazzisce intorno alla luce gialla di un lampione,
per un'infinità di minuti, pensando che se guardasse un po' verso di noi vedrebbe la stessa cosa.
quando cambiamo posizione a letto almeno venti volte di seguito
quando nessuna canzone ci fa stare bene
quando diventiamo la nostra peggiore compagnia
quando non vogliamo disilluderci,
quando abbiamo paura delle cose più stupide,
allora, stiamo attraversando i giorni migliori.

un racconto senza disavventure non è forse una noia mortale?
è come una pelle senza cicatrici.





mercoledì 22 agosto 2012

Las dos peliculas de la vida.




Dice el maestro:
  Cuando presentimos que ha llegado la hora de cambair,
comenzamos, inconscientemente, a repasar la pelìcula
de nuestras derrotas hasta ese momento.
Està claro que, a medida que envejecemos,
nuestra cota de momentos difìciles es mayor.
Pero, al mismo tiempo, la experiencia
nos ha dado medios para superar estas derrotas y
encontrar el camino que nos permite seguir adelante.
También es preciso poner esta pelìcula en nuestro vìdeo mental.
Si sòlo vemos la pelìcula de las derrotas,
nos quedaremos paralizados.
Si sòlo vemos la de la experiencia,
acabaremos creyéndonos màs sabios de lo que realmente somos.
Necesitamos las dos pelìculas.



Maktub, Paulo Coelho

domenica 19 agosto 2012

Le cose che vivi




Quando l'amicizia 

Ti attraversa il cuore, 
Lascia un'emozione, 
che non se ne va. 



Non so dirti come, 
Ma succede solo 
Quando due persone 
Fanno insieme un volo. 
Che ci porta in alto, 
Oltre l'altra gente, 
Come fare un salto 
Nell'immensità 
E non c'è distanza, non c'è mai 
Non ce n'è abbastanza, se 
Se tu sei già dentro di me, 
Per sempre 



In qualunque posto sarai, 
In qualunque posto sarò, 
Tra le cose che vivi 
Io per sempre vivrò. 
In qualunque posto sarai, 
Ci ritroveremo vicino, 
Stretti l'uno nell'altro, 
Oltre il destino 



Su qualunque strada, 
In qualunque cielo, 
E comunque vada 
Noi non ci perderemo. 
Apri le tue braccia, 
Mandami un segnale, 
Non aver paura, che ti troverò 
Non sarai mai solo ci sarò 
Continuando in volo che, 
Che mi riporta dentro te 
Per sempre 



In qualunque posto sarai, 
In qualunque posto sarò, 
Tra le cose che vivi 
Io per sempre vivrò. 
In qualunque posto sarai, 
Non esisteranno confini 
Solamente due amici 
Più vicini 



Credi in me, 
Non avere dubbi mai, 
Tutte le cose che vivi 
Se sono vere come noi, 
Lo so, tu lo sai 
Che non finiranno mai 



In qualunque posto sarai, 
In qualunque posto sarò, 
Tra le cose che vivi 
Io per sempre vivrò. 



In qualunque posto sarai, 
In qualunque posto sarò, 
Se mi cerchi nel cuore, 
Nel tuo cuore vivrò 
In qualunque posto sarai, 
Ci ritroveremo vicino, 
Stretti l'uno nell'altro, 
Oltre il destino! 



In qualunque posto sarai, 
In qualunque posto sarò, 
Tra le cose che vivi 
Io per sempre vivrò. 



domenica 12 agosto 2012

Estate





Ardono i seminati,
scricchiola il grano,
insetti azzurri cercano ombra,
toccano il fresco.
E a sera
salgono mille stelle fresche
verso il cielo cupo.
Son lucciole vagabonde.
Crepita senza bruciare
la notte dell'estate.



Pablo Neruda

mercoledì 8 agosto 2012

Un film come non l'avete mai visto


Sapete cos'è questo?






E' la fotografia di un film,


per intero.




Since the 1970s, Sugimoto has worked on his photo-series entitled «Theaters,» in which he photographs auditoriums of American movie theaters, and drive-in movies, during showings. The exposure time used for the photograph corresponds with the projection time of the film. This allows him to save the duration of the entire film in a single shot. What remains visible of the film’s time-compressed, individual images is the bright screen of the movie theater, which illuminates the architecture of the space. That its content retreats into the background makes the actual film a piece of information, manifesting itself in the (movie theater) space. As a result, instead of as a content-related event, film presents itself here as the relationship between time and spatial perception. 

«One night I had an idea while I was at the movies: to photograph the film itself. I tried to imagine photographing an entire feature film with my camera. I could already picture the projection screen making itself visible as a white rectangle. In my imagination, this would appear as a glowing, white rectangle; it would come forward from the projection surface and illuminate the entire theater. This idea struck me as being very interesting, mysterious, and even religious.»

Hiroshi Sugimoto

domenica 5 agosto 2012

mercoledì 1 agosto 2012

La scomparsa del silenzio



Si dice che lo stress per gli sfortunati uomini d'oggi sia in costante aumento.. E come meravigliarsene?..
Siamo sottoposti a tante e tali stimolazioni, sconosciute anche solo vent'anni fa: telefonini in squillo perpetuo, rombi e suonerie di ogni genere, luci artificiali di monitor accesi sempre più ore al giorno, ronzii di condizionatori, frigoriferi e elettrodomestici sempre in funzione....  Ovviamente questo è il prezzo del progresso, della comodità tecnologica, di una vita (sicuramente?) migliore. 
Ma in tutto questo baccano, ci siamo persi l'uscita di scena del silenzio. Già. Pare che non si porti più e che sia stato gettato nel cassettone delle cose vecchie per poi diventare, secondo i cicli e ricicli storici, un complemento vintage.
Se cerchiamo di pizzare le orecchie, anche solo per un minuto, ci accorgeremo che l'ambiente che ci circonda pullula di rumori e rumorini, alcuni quasi impercettibili, altri davvero fastidiosi e insistenti, a cui, però, ci siamo abituati!... Io, ad esempio, non sento proprio più il treno che scandisce ogni ora della giornata passando proprio sotto il mio balcone!..Me ne accorgo solo quando qualcuno per telefono dice di non sentirmi tanto forte; mio nonno non fa più caso al volume della tv (forse anche per l'età, lol) e non s'accorge che quando parliamo quasi copre le nostre voci.. La situazione a volte mi spaventa: stiamo sottovalutando l'importanza del silenzio.
I tecnici lo chiamano inquinamento acustico (se digitiamo 'inquinamento' su google ci uscirà come primo suggerimento!) ed è annoverato tra le prime cause di stress, disturbi psicofisici e, ovviamente, problemi d'udito. Diventa quindi sempre più difficile "fare silenzio", fuori e dentro di noi. Soprattutto dentro di noi, privandoci di enormi benefici.... 
Si dice che quando la voce del mondo si spegne, possiamo cominciare a sentire la voce che è dentro di noi. Ma quando l'interruttore si rompe c'è rischio di fare cortocircuito.
Proviamo ad immaginare le nostre città senza auto, motorini, clacson impazziti... Che oasi! Riuscite a visualizzarle, anche solo per un momento?..
La cosa buffa è che tutto ciò sta avvenendo nella società dei "minuti di silenzio". Un minuto di silenzio per ricordare..., si dice. (Curioso che siamo anche la società che ha perso la memoria...).
Occorre fare silenzio, a volte. Spegnere i brusii e i cinguetti della vita contemporanea e iperconnessa; rallentare...
Qualcuno diceva che nel silenzio due amici possono dirsi di più che con mille parole... scopriamo allora nuovi linguaggi; ascoltiamo di più noi stessi: abbassiamo il volume.






p.s.
Una raccolta di raffinate citazioni sul silenzio :